La pandemia e le misure restrittive adottate per contrastarla hanno determinato nel 2020 forti ripercussioni sul sistema economico regionale: il Pil si è ridotto intensamente (-8,5%), sebbene in misura lievemente minore rispetto alla media nazionale (-8,9%). E’ quanto emerge dal Rapporto annuale sull’economia regionale, presentato oggi dalla Banca d’Italia, a Potenza.
Le conseguenze della pandemia nei settori produttivi sono state eterogenee, riflettendo anche la diversa intensità delle restrizioni all’attività e alla mobilità. Nel 2020 il manifatturiero ha registrato un significativo calo del fatturato. Nel comparto auto, in particolare, le vendite sono calate marcatamente nei mesi primaverili, per poi tornare a crescere nella seconda metà dell’anno. La quantità di petrolio estratta “è aumentata del 36,5%, grazie al contributo del giacimento di Tempa Rossa, i cui impianti hanno una capacità produttiva pari circa alla metà di quelli in Val d’Agri; il valore della produzione è invece calato, a causa della forte contrazione dei corsi petroliferi innescata dalla crisi pandemica”.
“Secondo nostre stime le royalties, che già sono diminuite del 10,1% nel 2020 (a 110 milioni) – è stato sottolineato durante la presentazione del rapporto – dovrebbero calare all’incirca della stessa entità anche nel 2021”. Nelle costruzioni “il valore aggiunto è diminuito (-5,3%) meno che negli altri principali settori”.
Il valore aggiunto dei servizi “è calato (del 7,8% includendo anche i servizi finanziari e pubblici), ma la riduzione è stata più marcata nei settori maggiormente esposti alle restrizioni, come il commercio non alimentare e il turismo: le presenze sono, infatti, diminuite drasticamente (-49,7%)”. Il valore aggiunto nel settore agricolo “si è ridotto (-5,0%), riflettendo soprattutto l’andamento delle attività di prima lavorazione e di quelle secondarie, come l’agriturismo”.
I risultati economici delle imprese nel 2020 sono peggiorati rispetto all’anno precedente. La crisi ha causato un sensibile aumento delle esigenze di liquidità. Le misure pubbliche straordinarie di sostegno alla liquidità e al credito e il rinvio degli investimenti programmati hanno consentito di soddisfare in gran parte tali esigenze: “a fine anno le disponibilità liquide delle imprese risultavano in forte aumento rispetto al 2019”. Il numero di ore autorizzate di cassa integrazione, e’ stato definito “particolarmente elevato durante i mesi di aprile e maggio” e “si e’ poi ridotto nei mesi estivi.
Nel 2020 “il reddito disponibile delle famiglie si è ridotto del 2,1 per cento (meno 2,7 per cento in Italia). Dal rapporto, poi, emergono l’aumento della povertà e il “forte aumento della disuguaglianza del reddito da lavoro, che nel 2020 ha raggiunto livelli superiori a quelli toccati a seguito della crisi del debito sovrano”.
Quanto ai prestiti, si rileva che “nel 2020 i finanziamenti al complesso dell’economia lucana hanno accelerato (3,6 per cento a dicembre), riflettendo soprattutto il rafforzamento del credito alle imprese”: alla fine dell’anno “oltre il 60 per cento delle imprese lucane censite” aveva fatto ricorso ad una delle due misure varate per aiutarle dal punto di vista della liquidità “e circa un quinto aveva usufruito di entrambe”. Infine, è emerso che anche in Basilicata, “durante lo scorso anno i depositi bancari delle famiglie e delle imprese hanno continuato ad aumentare (10,8 per cento a dicembre rispetto al 4,2 per cento di un anno prima)”.