il Piano Transizione 5.0, con una dotazione di 4 miliardi di euro, nasce per
- sostenere le imprese negli investimenti necessari a realizzare progetti tesi al perseguimento di obiettivi di transizione ecologica e digitale;
- garantire il supporto alla transizione ecologica del sistema produttivo e alle filiere strategiche per le net zero technologies, consistente concessione di incentivi alle imprese tramite strumenti di finanziamento esistenti sia per investimenti utili alla decarbonizzazione dei processi produttivi sia per il supporto alle filiere più strategiche per la produzione di tecnologie verdi;
Il ministro ha ricordato che, sul fronte degli investimenti per le imprese, saranno destinate risorse complessive per oltre 7,8 miliardi di cui 4 miliardi per il Piano Transizione 5.0; 1,5 miliardi per crediti di imposta per produzione di energia da fonti rinnovabili; 2 miliardi per contratti di sviluppo e misure per la sostenibilità ambientale; 320 milioni per la nuova legge Sabatini green.
Poi spiega ed entra nel dettaglio: “puntiamo ad aumentare e rafforzare l’intensità delle agevolazioni previste dal nuovo Piano Transizione 5.0 dopo che questa intensità e portata è stata sostanzialmente dimezzata dalla Legge di Bilancio per il 2022”, l’ultima del governo Draghi.
Sarà poi necessario l’ampliamento degli obiettivi del Piano, rispetto alle versioni degli anni precedenti, perché dovrà essere diretto alla duplice transizione, mettendo insieme quella digitale e quella green, “con un approccio di sistema”, spiega Urso, “in modo che il Piano possa incentivare contemporaneamente le due transizioni in atto e in prospettiva”.
L’aspettativa è che l’intervento finisca nella prossima legge di bilancio o in un provvedimento collegato.
Il Piano Transizione 5.0 manterrà la conformazione delle misure precedenti e aggiungerà nuovi incentivi, soprattutto per quanto riguarda l’innovazione tecnologica. Lo dice il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Stiamo lavorando a misure semplici, automatiche, non selettive, cioè senza differenziazioni per settore di attività economica, dimensione, forma giuridica, collocazione territoriale. Queste sono le caratteristiche che finora hanno garantito il successo del Piano e che noi vogliamo rafforzare”. Tre gli aspetti principali del nuovo Piano:
• intensità delle misure di sostegno;
• ampliamento degli obiettivi;
• certezza delle agevolazioni.
Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’evoluzione del precedente programma Transizione 4.0 e opera nell’ottica di portare a un livello ancora più avanzato il processo di transizione ecologica e digitale in cui le imprese italiane sono impegnate. La convergenza di questi due ambiti ha come scopo lo spostamento dell’ago della bilancia dell’intera operazione: non prevale più l’incremento del valore per gli azionisti, ma vengono messi al centro gli interessi di tutti gli stakeholders, tra i quali i lavoratori, le famiglie, l’ambiente.
Per garantire il successo del Piano Transizione 5.0, Urso sottolinea l’importanza di riformare e potenziare il sistema modulare di incentivi fiscali previsto dal piano Transizione 4.0. Questi incentivi dovranno essere strutturati in una modalità tale da premiare prevalentemente le aziende che investono in nuove tecnologie e in soluzioni che integrino la digitalizzazione allo scopo di raggiungere rinnovati e consistenti obiettivi di sostenibilità. Si auspica inoltre l’introduzione di un credito di imposta specifico per la sostenibilità, che possa incoraggiare le aziende a orientarsi verso il green manufacturing in linea con le direttive europee.
Piano Transizione 5.0 non solo tecnologia
Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’importante risposta alle sfide che le imprese devono affrontare nel futuro. L’impegno del Governo, nel promuovere accordi per l’innovazione e destinare ulteriori finanziamenti per i progetti di ricerca e sviluppo, evidenzia la volontà di creare un ambiente favorevole all’innovazione e di sostenere le imprese nella trasformazione digitale e nella transizione verso un’industria sostenibile.
Oltre a sostenere l’innovazione tecnologica, il Governo sta promuovendo delle iniziative di formazione e di adeguamento dei percorsi formativi per garantire la disponibilità di personale altamente qualificato. Questo rappresenta un punto cruciale per far fronte alle esigenze sia delle figure tecniche e operative tradizionali, sia delle competenze digitali.
Piano Transizione 5.0 oltre l’Italia
L’obiettivo del Piano Transizione 5.0 va oltre i confini nazionali. Il recente vertice trilaterale con Germania e Francia conferma l’importanza di una collaborazione strutturata tra le tre grandi economie industriali europee per affrontare le sfide poste dalla Cina e dagli Stati Uniti. L’obiettivo è sviluppare una politica industriale comune che ponga al centro la competitività del sistema industriale europeo.
In conclusione, il Piano Transizione 5.0 rappresenta un’iniziativa cruciale per supportare l’innovazione green e digitale delle aziende italiane. Il Governo al fine di innalzare la competitività del nostro Paese a livello europeo e internazionale, ha deciso l’allocazione di consistenti risorse finanziarie a livello centrale allo scopo di promuovere l’adozione di tecnologie all’avanguardia e l’integrazione di pratiche sostenibili.
FONTE SERVIZI 4.0
Cos’è la transizione 5.0
Per comprendere meglio dove saranno indirizzati gli incentivi e a quali tipi di vincoli potrebbero essere sottoposti e’ opportuno capire meglio cosa significa transizione 5.0.
Stiamo parlando della nuova fase evolutiva dell’industria, successiva al 4.0 e basata su tre pilastri:
- umano-centrismo
- resilienza
- sostenibilità
Si tratta di una visione che mette al centro le persone e il loro benessere, che mira a rendere le imprese più adattabili e resilienti di fronte ai cambiamenti e alle crisi, e che promuove la tutela dell’ambiente e la riduzione delle emissioni di CO2.
La transizione 5.0 nasce dall’unione di due importanti aree di cambiamento:
- la transizione digitale
- e la transizione ecologica.
La prima riguarda l’adozione di tecnologie avanzate, come l’intelligenza artificiale, il cloud computing, l’internet delle cose, la robotica, la blockchain, che consentono di migliorare l’efficienza, la qualità e la competitività dei processi produttivi.
La seconda riguarda il passaggio da un modello di sviluppo lineare e basato sui combustibili fossili a uno circolare e basato sulle fonti rinnovabili, che valorizza il riciclo, il riuso e la rigenerazione delle risorse.
La transizione 5.0 rappresenta quindi una grande opportunità per le imprese italiane, che possono innovare i loro prodotti e servizi, rendendoli più personalizzati, sicuri, accessibili e sostenibili.
Al tempo stesso, rappresenta una grande sfida, che richiede investimenti significativi, competenze adeguate e una visione strategica.
Quali sono le sfide della transizione 5.0?
Per affrontare la transizione 5.0, le imprese devono essere in grado di:
- Responsabilizzare le catene di fornitura e l’ecosistema produttivo, garantendo trasparenza, qualità e tracciabilità dei prodotti e dei materiali.
- Adottare un approccio di economia rigenerativa e circolare “by design”, progettando i prodotti in modo da minimizzare gli impatti ambientali e sociali lungo tutto il loro ciclo di vita.
- Aumentare l’autosufficienza, l’adattabilità e la riduzione della fragilità, implementando soluzioni energetiche distribuite e intelligenti, che consentano di gestire in modo ottimale la domanda e l’offerta di energia.
- Digitalizzare con uno scopo, al fine di vivere in armonia con i limiti del pianeta, utilizzando le tecnologie digitali per ottimizzare i processi, ridurre gli sprechi, monitorare gli impatti e coinvolgere i clienti.
- Misurare tutto ciò che conta: metriche rigenerative e quadro normativo, adottando indicatori che valutino non solo la performance economica ma anche quella ambientale e sociale delle imprese.
Fonte: https://ramsesgroup.it/nuovo-piano-transizione-5-0-il-punto-sugli-incentivi-previsti/