C’è voluta la crisi idrica, con le polemiche che ne sono seguite, in una città come Potenza che non aveva mai conosciuto il razionamento dell’acqua, per portare anche sul tavolo di Acquedotto Lucano il tema, prima mai svolto, delle perdite nella distribuzione cittadina e di quelle connesse ad eventuali allacci abusivi. Da un primo esame della questione , condotto a livello amministrativo dalla società di distribuzione , è emersa, secondo alcune ammissioni, come probabile causa di questa dismetria tra acqua immessa nelle condotte e acqua pagata con le bollette , la gestione non proprio efficiente di tutto il periodo antecedente all’assunzione diretta degli allacciamenti da parte di Acquedotto Pugliese e poi di Acquedotto lucano. Cioè quel periodo in cui gli allacciamenti di acqua e la conseguente esazione dei canoni erano di competenza comunale, con una contabilità alquanto abborracciata . Si sostiene che al passaggio delle consegne dei contratti di allacciamento, il personale incaricato del servizio abbia portato al nuovo gestore una serie di brogliacci, alcuni persino scritti a matita, con l’indicazione dei contatori gestiti in base alle comunicazione avute dagli uffici tecnici. Roba di trent’anni fa , quando il computer non aiutava a mettere in ordine le cose. E implicitamente si fa capire che nel passaggio tra uffici tecnici e uffici amministrativi, molti allacciamenti si sono persi perduti per strada e siano sfuggiti al controllo contabile. Quale che sia la causa, la possibilità di arrivare presto alla risoluzione del problema c’è, ed è facendo ricorso alle utenze di gas di cui la Regione è già in possesso per l’operazione bollette gratuite( che poi tali non si sono dimostrate) e alle richieste di finanziamento di energie alternative per queile case che ne erano prive. Tutti dati che il sistema regionale ha acquisito. Questo senza voler scomodare le società che forniscono energia elettrica e che sarebbero ugualmente in grado di certificare tutte le utenze presenti in città, permettendo così un facile confronto con gli utenti risultanti ad Acquedotto lucano. Basterà quindi mettere insieme un gruppo di lavoro per arrivare presto a capire quanti pagano gli altri servizi o tasse ( gas , Tari, luce) e non pagano l’acqua con la connessa depurazione. Proprio la genesi di questo passaggio di competenza tra Comune di Potenza e Acquedotto Pugliese, potrebbe risolvere l’altro quesito che a livello di Acquedotto Lucano ci si sta ponendo. E cioè se in caso di abusivismo accertato, l’ente non abbia il dovere di denunciare l’utente per furto di acqua, essendo questo un reato penale . Ebbene , può non essere necessario questa azione da parte di Acquedotto lucano, ove si dimostrasse che l’utente ha richiesto ufficialmente l’allacciamento idrico al Comune e che è in possesso di regolare certificato di abitabilità, con il che trasferendo le responsabilità a chi non ha provveduto a comunicare e l’avvenuta fornitura di acqua. Ecco perché un’azione congiunta tra Comune di Potenza, Acquedotto Lucano e ApiBas ( per le liste dei fruitori del bonus gas) potrebbe portare a chiedere ufficialmente la regolarizzazione di tutti i contatori non risultanti ad Acquedotto Lucano. Una ordinanza sindacale con l’invito a regolarizzare l’allacciamento non notificato ad Acquedotto Lucano convincerebbe i molti o i pochi che non pagano l’acqua a mettersi in regola. Non rispondendo al quale potrebbe scattare la denuncia penale in caso di accertamento di allaccio non autorizzato.,
fonte: https://www.talentilucani.it/potenza-la-crisi-idrica-e-gli-allacci-abusivi/