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Il quadro del lavoro nell’economia lucana

Nel 2022 l’economia lucana ha continuato a crescere, ma con un’intensità sensibilmente inferiore rispetto all’anno precedente, quando aveva recuperato gran parte del calo dovuto alla pandemia.

Secondo le stime dell’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) sviluppato dalla Banca d’Italia, nel 2022 l’attività economica è aumentata del 3,0 per cento a prezzi costanti, in misura più contenuta rispetto al Mezzogiorno e all’Italia (rispettivamente 3,4 e 3,7 per cento). La crescita ha rallentato soprattutto nella seconda parte dell’anno, risentendo dell’aumento dei prezzi dei prodotti energetici e delle altre materie prime, derivante anche dal conflitto russo-ucraino. Alla fine del 2022 il prodotto risultava in regione superiore dello 0,3 per cento rispetto al 2019, ultimo anno prima della pandemia (1,0 in Italia).

Dopo la forte ripresa dell’anno precedente, più intensa rispetto al Mezzogiorno e all’Italia, nel 2022 il mercato del lavoro lucano ha ristagnato, a fronte della crescita nelle aree di confronto. Tra i lavoratori alle dipendenze il saldo tra assunzioni e cessazioni è risultato sostanzialmente nullo; la creazione di posti di lavoro è stata sostenuta dalle posizioni a tempo indeterminato, sospinte dalla stabilizzazione di molti rapporti a termine attivati nel 2021. A livello settoriale l’occupazione è salita, in particolare, nelle costruzioni. In questo comparto la domanda di lavoro potrebbe ricevere un ulteriore forte impulso dagli interventi previsti nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). L’offerta di lavoro si è ridotta rispetto all’anno precedente, anche a causa dell’ulteriore flessione della popolazione in età lavorativa; la partecipazione al mercato del lavoro rimane particolarmente bassa per le donne e per i giovani.

Stime sulle forze di lavoro (media 2022) per SLL 2011
cittàValori assoluti(migliaia) – Media anno 2021                                    tassi
OccupatiIn cerca di occupazioneForze di lavoroNon forze di lavoro in età 15 anni e piùPopolazione di 15 anni o piùTasso di attivitàTasso di occupa-zioneTasso di disoccu-pazione
LAURIA9,60,410,014,724,740,438,93,6
MARATEA2,10,12,24,16,235,033,44,4
MARSICOVETERE10,10,710,718,228,937,134,86,2
MELFI20,21,521,731,152,841,138,27,1
POTENZA50,44,154,480,3134,740,437,47,4
RIONERO IN VULTURE8,50,79,313,122,341,538,27,9
SANT’ARCANGELO4,80,35,18,213,338,336,25,3
SENISE5,60,46,010,716,736,033,47,2
MATERA29,82,131,948,980,839,536,96,7
NOVA SIRI4,20,34,67,211,739,036,27,2
PISTICCI9,20,810,015,825,838,935,68,5
POLICORO11,61,112,621,434,137,134,08,4
STIGLIANO2,90,23,14,37,441,538,67,0
TRICARICO3,70,34,06,110,139,836,97,2

Fonte: istat Stime sulle forze di lavoro (media 2021) per SLL 2011

In Basilicata il numero dei Neet (i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano, non studiano e non sono neanche impegnati in uno stage o in un tirocinio) è calato.

Nel 2022 era in questa situazione il 20,6% dei giovani lucani, in calo del 4,6% rispetto all’anno precedente.

Fonte: ISTAT, Rapporto BES 2022

Ind. 477Tasso giovani NEET (maschi) (a) (b)
Giovani tra i 15 e i 29 anni non occupati né inseriti in un percorso di istruzione/formazione in percentuale  sulla popolazione nella corrispondente classe di età (media annua) (maschi)
202020212022
Lazio22,0022,6916,22
Abruzzo18,6919,3215,78
Molise25,9425,8322,16
Campania33,5631,7628,58
Puglia29,7329,3424,46
Basilicata25,7426,2019,45
Calabria32,9630,5727,89
    – Nord14,4814,8711,88
    – Centro19,1918,9414,42
    – Mezzogiorno31,6830,0626,71
Italia21,7621,2117,69
 
Ind. 478Tasso giovani NEET (femmine) (a) (b)
Giovani tra i 15 e i 29 anni non occupati né inseriti in un percorso di istruzione/formazione in percentuale  sulla popolazione nella corrispondente classe di età (media annua) (femmine)
202020212022
Lazio23,3620,4317,92
Abruzzo23,1022,9920,16
Molise31,3829,7819,62
Campania37,1736,5930,81
Puglia31,3532,0227,58
Basilicata27,9424,0921,85
Calabria35,8436,6028,59
    – Nord19,9119,2715,18
    – Centro35,0534,4029,16
    – Mezzogiorno19,9119,2715,18
Italia25,8425,0420,47

Nel periodo compreso tra il 2023 e il 2027 il mercato del lavoro avrà bisogno di 3,8 milioni di lavoratori. Di questi, 2,7 milioni, andranno a sostituire i pensionati mentre per l’altro milione si tratta di nuovi ingressi.

E’ quanto stima l’Ufficio studi della Cgia che ha elaborato i dati del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal.

Lo studio ha declinato la questione anche a livello regionale rilevando l’incidenza percentuale della domanda sostitutiva del fabbisogno occupazionale: con un indice dell’88,3 per cento la Basilicata è la regione d’Italia che sarà maggiormente investita dal fenomeno.

Per quanto riguarda l’incidenza della domanda sostitutiva nell’ambito delle posizioni professionali (dipendenti privati, dipendenti pubblici e indipendenti) il settore maggiormente investito è quello del pubblico impiego con un valore pari al 91,6 per cento.

Tra le filiere più produttive che richiederanno nuovi ingressi primeggiano salute, attività immobiliari, commercio e turismo.

Tra i settori produttivi maggiormente interessati dal fabbisogno occupazsi segnalano la moda (91,9%), l’agroalimentare (93,4%) e il legno-arredo (93,5%).

Nel periodo compreso tra il 2023 e il 2027 il mercato del lavoro avrà bisogno di 3,8 milioni di lavoratori. Di questi, 2,7 milioni, andranno a sostituire i pensionati mentre per l’altro milione si tratta di nuovi ingressi.

E’ quanto stima l’Ufficio studi della Cgia che ha elaborato i dati del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal.

Lo studio ha declinato la questione anche a livello regionale rilevando l’incidenza percentuale della domanda sostitutiva del fabbisogno occupazionale: con un indice dell’88,3 per cento la Basilicata è la regione d’Italia che sarà maggiormente investita dal fenomeno.

Per quanto riguarda l’incidenza della domanda sostitutiva nell’ambito delle posizioni professionali (dipendenti privati, dipendenti pubblici e indipendenti) il settore maggiormente investito è quello del pubblico impiego con un valore pari al 91,6 per cento.

Tra le filiere più produttive che richiederanno nuovi ingressi primeggiano salute, attività immobiliari, commercio e turismo.

Tra i settori produttivi maggiormente interessati dal fabbisogno occupazionale si segnalano la moda (91,9%), l’agroalimentare (93,4%) e il legno-arredo (93,5%).

Fonti:

https://www.basilicata.camcom.it/notizie/excelsior-ecco-tutti-dati-del-mercato-del-lavoro-2021-basilicata

https://www.istat.it/it/archivio/16777

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